Paolo De Pasquale

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Gazzetta de Sud --  Agosto 1999

«Leggere» le opere di De Pasquale è come scendere nel cuore della Sicilia, all'interno di ribollenti vulcani dove le esplosioni si succedono e si frammischiano tra cocenti e immediati rigurgiti di colore vivo, accecante, che supera gli ambiti e si diffonde violentemente come a voler coprire, annullare, soverchiare, quella staticità e quel fatalismo che condizionano e bloccano ogni possibile tentativo di risveglio. Il paesaggio che fa da sfondo a figure in primo piano che stimolano insistenti riflessioni è, nel Nostro, il fondamentale elemento espressivo e culturale non solo per la sua rappresentazione grafica dove si vuole privilegiare la geometria, ma essenzialmente perché i paesaggi di De Pasquale sono oggetto di ricerca, diventano materia di recupero, e, perciò, vanno interpretati. Lui, De Pasquale, tradisce con la virulenza del tratto e delle macchie di colore, una passione sofferta per questa terra abbandonata (da chi se ne va e da chi non la cura) e riesce ad estrarre dalla bellezza della natura quella vitalità e quel sentimento che danno un'anima al suo lavoro e ne vitalizzano le forme."

Carmelo Duro

Assai giovane e ben conosciuto, Paolo De Pasquale e apprezzato negli ambienti
artistici del meridione per la singolarita del suo discorso tematico che si inserisce
in un filone che va da quello metafisico, sviluppato agli inizi degli anni '70,
a quello attuale di impronta sociologica-esistenziale dove continua a rappresentare, non solo le lacerazioni storiche e umane di una terra, la Sicilia, emarginata dai circuiti produttivi e della storia, ma anche I'angoscia dell'uomo contemporaneo dilaniato dai disastri della civilta' tecnologica, come si evidenzia nel ciclo piu' recente con cui ha illustrato il poemetto "Caro dolce poeta" dove affronta i temi della "violenza", della "alienazione", e del sempre piu impossibile "dialogo" tra gli uomini, non senza una segreta speranza, di "risveglio" della intorpidita conscienza ontemporanea. La sua, tecnica pittorica si avvale di morbide tonalita' coloristiche, ottenute attraverso una sapiente sovrapposizione di velature, orlate da un segno grafico delicato e incisivo che sprigiona l'inedita potenza del suo messaggio e della sua arte.
Carmelo Aliberti 1984

Un'analisi alla storia artisitica di Paolo De Pasquale non puo non tenere conto della prima esperienza che e venuta a svilupparsi all'indomani del completamento dei suoi studi accademici. Certo indugio all'iconografia ha ritardato possibili orientamenti verso la cultura del secondo Novecento fervidissimo di innovazioni, capovolgimenti, rivoluzioni, e il dettato che si e determinato, durante qesto primo ingresso nell'arte, si legge tradizionalmente nello stile e nel contenuto, quasi su vie neofigurative in alcuni luoghi.
Che cosa e avvenuto dopo il superamento di questa realta artistica eclettica: una visione verso creazioni piu' iconoclastiche o di rottura nella linea accademica non poteva ne allettare ne completare l'artista legato a situazioji storiche e geografiche del Meridione, quello delle zone non penetrate, dall'evoluzione-involuzione della tecnologia; un passo piu riorganizzativo, piu' trattato in prospettiva sulla scia dell'incominciamento, significava rimanere poco distanti da quelle forme di cultura classica, ripetuta, saccheggiata ai fini di un agevole consumo, per cui la costituzione di una scrittura pittorica e grafica tendente al recupero (al di la di impegni sociologici e politici) di ambienti periferici, appunto di quelle aree dove poco e mutato e quasi intatta nella sua purita e rimasta la passata civilta agricola.
Di qui l'uscita dalla fase di transizione ed un avvio alla formulazione di espressioni singolari, quasi idilliache con presenze umanie campeggianti nello spazio del mezzo (la tela o il foglio) e che descrivono con coloristica calda il tempo e l'uomo. Una produzione, in questa fase piu verso la compiutezza, che contiene il tentative di fermare, documentare l'opera dell'uomo e la sua storia: di consequenza, l'operazione, il compito dell'arte che ha ragione di continuita, di prevalenza in luogo del furore, dell'insania, di esprimersi anche con queste forme descrittive e tradizionalistiche.
Dalle pagine della produzione grafica che De Pasquale ha eseguito di recente puo ancora venirci all'incontro il segno delicato per la riproposta della tematica muliebre che qui assurge ad immagine poetica, quasi provenzale e stilnovistica, e ci riporta alla memoria stagioni culturali che ora paiono come mito e leggenda.
Sebastiano Saglimbeni

Voglio mettere in risalto l'acuta sensibilita coloristica di Paolo De Pasquale, l'armoniosa poesia nata dalla perfetta fusione di forma e luce, di colore e sentimento.

Le sue tinte ricordano i coloristi veneti, creano atmosfera, campo vitale, spazio indefinite e indefinibile, saturo di silenzi e di parole, di quiete e di tormento in cui le figure giganteggiano assolute.

Superfluo continuare a parlare delle sue opere,

non parlono forse da sole?...

P. Formica

 

"...Paolo De Pasquale, nasce come pittore, con segreta vocazione liberica, direi meditative; con uno slangio che vorrebbe davanti a se orizzonti aperti: figure e scenografie divengono come irreali in una sensazione di distanza e di recitazione.

I Rapporti con il mondo circostante sono rivolti all'essenziale, evocate piu che evidenziati, attraverso un gioco di trasparenze, di sovrapposizioni spaziali e temporali, di passaggi cromatici che sottraggono l'immagine ad una pura interpretazione istintiva, per conferirle valore di simbolo. 0 meglio, piu che ad un simbolo, ad un vero e proprio linguaggio simbolico in cui il nitore dell'immagine, pur suggerendo trascendenze e richiami metafisici, mantiene un rapporto costante e plastico con la realta..."

E. Bavastrelli.

...Se arte vuol significare manifestazione di una ispirazione
e realizzazione della medesima, se vuole essere manifestazione dello spirito inteso come centro e riferimento di sensazioni e istinti volti al bello, al sacro, al sopr
annaturale, e' facile parlare di Paolo De Pasquale perche' i suoi quadri sono manifestazione artistica, sono vera pittura.

Il quadro di De Pasquale e' realta' visiva, la sua sensibilita' pittorica non proviene da un esercizio manuale, ma da un affinamento dei motivi sentimentali cui presta orecchio.

Paesaggi e figure si sciolgono in saporose policromie che fanno dell'elaborato un vero capolavoro artistico.

Il giovane pittore unisce ad una raffinata interpretazione dei valori tradizionali della nostra vera pittura, una continua vissuta sofferta rappresentazione della vita
cosi come oggi si presenta all'uomo nel suo mondo.

La pittura di De Pasquale e' autentica perche' manifestazione di un senso artistico,trasfigurazione della realta' vista dagli occhi e dal cuore dell'artista.

Nino Turrisi

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