Premesssa - Zanghi

PREMESSA

C’e ancora una citta, sepolta sotto il greto del torrente Patri. Gli scavi iniziati nel 1950 da Luigi Bernabò Brea e da Domenico Ryolo hanno portato alla scoperta dell’acropoli e di un fortino megalitico dell’antica Longane nonché alla identificazione del torrente Patri con ii Longano della famosa battaglia tra Mamertini e Siracusani, 268 a. C.

Dopo la colonizzazione greca, distrutta Longane in modo violento (terremoto? saccheggi?), abbiamo testimonianze, scritte e archeologiche, su Artemisia e su Solaria, nella vallata del Patrì.

Documento e chiave interpretativa, per me, è la concessione, da parte di Guglielmo I il Normanno, delle decime di Solaria al monastero messinese di S. Maria Latina. Vi si parla di Solaria come di un importante centro politico-amministrativo: vi risiedeva un alto funzionario regio (baiulus), fino alla prima metà del sec. XIV.

Successivi documenti testimoniano la progressiva volgarizzazione del toponimo Solaria fino all’attuale Sullerìa.

L’apporto storico-scientifico della mia ricerca è di avere individuata l’esatta ubicazione di Solaria seguendo l’evoluzione del toponimo: esso non deriva da "sulla", ma da **** = abbondante di legna; nome che diedero a questo centro i greci bizantini, perché, quando vi giunsero, era ancora ricco di alberi.

Il nostro territorio era ubertoso e coltivato sin dal 1800 a. C.; forniva a Roma vino, grano, olio, orzo; e, dopo la caduta dell’Impero, le decime, in natura e in tart d’oro, al monastero di S. Maria Latina. Oltre alla fertilita del suolo, dato che il Patri era navigabile e quindi il territorio era raggiungibile direttamente con le navi, le merci prodotte in loco vi potevano essere facilmente imbarcate e trasportate.

Cesare Strabone Marziale Plinio menzionano con alti elogi il nostro vino Mamertino. A conferma di ciò, rimangono tombe, resti di ville e di insediamenti, cocciami di anfore sparsi un po’ dappertutto nel territorio ancor oggi coltivato a vigneti.

Per quanto riguarda la "citta" sotto il greto del torrente Patri, rimane soltanto una cupola (paleocristiana?). Si dovrebbe portare alla luce l’intera basilica. 

In fine, la tradizione tramanda il ricordo di Rh6dis, città ricca di marinai e di commercianti.

La decadenza e la definitiva scomparsa di Solaria, portano alla nascita e alla affermazione di Castroreale come importante centro politico-amministrativo. Rodi sara un suo borgo, sorto agli inizii del 1600.

Pretium di questa mia ricerca, è di fornire una "occasione" afflnchè altri, con migliori energie di metodo e di studii, rimediti criticamente il nostro passato. Solo cosi, con sempre maggiori e migliori acquisizioni, si potrà acquistare scienza e coscienza delle nostre radici: storiche, antropologiche, culturali, sociali. La storia è parte integrante della identità di ogni uomo, di ogni popolo, se non ci si vuole sradicare da noi stessi e dalle nostre origini.

Mi auguro che le Autorità competenti impegnino i fondi necessari per continuare a portare alla luce i numerosi resti archeologici che sono ancora sottoterra; e che proteggano adeguatamente gli scavi iniziati nel 1950.

Ringrazio di cuore l’amico fraterno SALVATORE SOTTILE, in questo lavoro mi è stato sempre vicino con ogni aiuto e consiglio. Di lui, sono anche le foto. Spero di poter proseguire, concordi, le nostre ricerche: una Guida storico-turistica; Tradizioni popolari; Storia e vita dell’industria artigianale della nostra Rodi Milici.

ANDREA ZANGHÌ

Rodì Milici, agosto 1982

 

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