Un Paese a Perdere

TERME VIGLIATORE - Qualche amara considerazione

Mi viene sempre più difficile iniziare a parlare, anche nel nuovo anno, di questo paese e di chi lo abita perché mi rendo conto che, anche stavolta, rischierò di essere ripetitivo. Quello che però mi spinge a farlo è il mio (ahimè per me) attaccamento, a Terme Vigliatore. Voglio partire da quanto dettomi qualche giorno in un bar di Terme da un signore che mi ha detto: ”ma picchì, chiddi che c’erunu prima non si fregaru puri iddi i soddi come a chisti?”. Se partiamo da questa frase per giustificare il nostro lassismo e la nostra apatia a lottare per il paese, quello che viene dopo, è inutile leggerlo. Se però vogliamo rialzare la testa ma non per lottare contro questo o quel politico, ma per il paese e per il futuro dei ragazzi, allora vi consiglio di riflettere a lungo su quanto detto.

 

Non è possibile, infatti, accettare di vedere spostata una caserma dei carabinieri in un paese vicino senza che nessuno, dai politici ai vari gruppi socio-culturali locali, se mai ci sono davvero, facciano nulla per far ritornare in loco la caserma.  Il paese non può accettare passivamente questo e chi amministra deve farsi portavoce, nei luoghi deputati a farlo, del problema caserma, sempre che lo ritenga “un problema”.

 

Non è possibile che si permetta di far pagare i debiti procurati certamente da amministrazioni che da dieci o forse più anni non sono state all’altezza della situazione. I cittadini che pagano le tasse per avere servizi hanno riscosso in cambio debiti da pagare che loro non hanno prodotto se non passivamente perché, con il loro voto, si sono resi, in buona fede, complici dei loro delegati. Impegnare gli esercizi finanziari dei prossimi due anni per pagare quasi 2 miliardi e mezzo di debiti fuori bilancio (e ne sono in arrivo almeno altri 600.000 €) non è ammissibile. 

 

Non è possibile che si aumentino tutte le tasse al massimo consentito, dalla spazzatura all’acqua ecc.  mentre loro non si riducono o rinunciano ai loro stipendi anche di un solo euro. Stipendi che assommano all’anno a circa 350 milioni di vecchie lire fra sindaco, assessori, presidente e vice presidente del consiglio. Molti comuni, in crisi finanziaria, hanno visto i propri saggi amministratori ridursi lo stipendio al minimo (Lipari, Montalbano, Gioiosa Marea ecc.), qui invece lo stipendio è al massimo. Dobbiamo per forza allora pensare male e quindi anche alle famose divisioni . . . di cui tanto si parla in consiglio?

 

Non è possibile che si permetta alla giunta comunale di non rinunciare anche a parte della propria retribuzione(circa 2 miloni e mezzo per gli assessori ed oltre 5 per il sindaco)per dare al paese una benché minima parvenza delle festività natalizie. Non è possibile però che per far si che si svolgesse il 22 dicembre scorso, presso l’Hotel Belvedere, una manifestazione di prosa e poesie, gli stessi assessori e consiglieri di maggioranza si siano autotassati a tal pro. Perché allora non farlo per qualche manifestazione per i bambini o soprattuto per gli anziani? E perché non farlo per far addobbare di luminarie le varie piazze? Il solo e indecente albero in piazza municipio addobbato in modo maldestro con delle lampade fluorescenti messe lì a casaccio, senza nessun criterio e con una cornice di carta rossa cucita con del nastro adesivo messo addirittura all’esterno che la dice lunga su quanto certa gente rispetti il decoro del paese, non può essere considerato una iniziativa degna di tale nome.

 

Non è possibile che si possa permettere a chiunque di far rimanere il nostro paese isolato da Barcellona. Da anni esiste il problema del collegamento via mare con Barcellona. Esisteranno certamente responsabilità dell’amministrazione provinciale passata, non ci sono dubbi, ma cosa ha fatto il paese per denunciare il problema? Qualche lettera (sempre che l’abbiano fatta), tutto qua? Il paese va difeso con forza ed in ogni sede, solo così si ottengono i risultati.

 

Non è possibile che ancora non si sia fatto nulla per ripristinare la rete di adduzione al depuratore di Barcellona che entrerà in funzione nella prossima primavera. Non si può arrivare in primavera e fare solo allora la gara d’appalto per la realizzazione di tutta le rete di adduzione dei reflui fognari a Barcellona. La burocrazia ha tempi elefantiaci e quindi va previsto per tempo il tutto. Fra l’altro, poi, ci sono da pagare ancora circa 130 milioni di vecchie lire al comune di Barcellona che dal 2002 ha già realizzato le opere necessarie a ricevere i nostri reflui. Va quindi da subito, già ora, a gennaio, messa in moto la macchina amministrativa per esaudire tutto questo in modo che già nella prossima estate il nostro comune riversi i propri reflui a Barcellona.

 

Non è possibile che non si possa avere ancora oggi una chiesa a servizio di una comunità di tremila persone. Fino a ieri si poteva anche dire forse che la colpa di tutto era della parrocchia che non aveva ancora presentato il progetto sia per il ripristino della vecchia chiesa di via del mare che di quella che dovrebbe sorgere dopo con annesso centro socio-pastorale. Da domani, però, adesso che tutto è stato presentato al comune, voglio vedere cosa diranno dal comune, quale scusa troveranno perché non si faccia né l’uno né l’altro perché, con i pochi soldi che hanno a disposizione, sono sicuro che verranno trovate tutte le scuse possibili e immaginabili per giustificare una loro latitanza per la soluzione del problema.

 

Non è possibile che il lungomare, o meglio, la passeggiata a mare sia lasciata al proprio impavido destino che sembra essere quello dell’abbandono. Per circa 300 metri, e precisamente dal tratto che va dall’Helios (di fronte) fino al gazebo in legno, sta crollando. Sotto questo tratto di passeggiata, c’è il vuoto, e forse non solo lì.

 

Non è possibile che non si sia mai fatto nulla per rilanciare turisticamente anche la Villa Romana di San Biagio. Non s’è mai fatto né un depliant né una pubblicità della villa. S’è permesso anche che i resti archeologici che erano in loco venissero trasferiti a Siracusa senza mai richiederne il loro ritorno in loco. In tanti altri paesi s’è richiesto il ritorno dei propri reperti archeologici nel paese dove sono stati trovati, e noi perché non lo facciamo? Lo chiedo anche ai consiglieri che tanto parlano della frazione San Biagio in tutti i consigli comunali: perché non s’è fatto quasi nulla in questa direzione?

 

Non è possibile che del rilancio dello stabilimento termale se ne parli solo durante le elezioni amministrative. Così facendo si illudono i giovani del paese che, pensando di potervi trovare un posto di lavoro, danno il proprio consenso a coloro che li hanno illusi. Mai in questi anni è stato fatto un solo atto che giustifichi le loro promesse da marinaio. Lo stabilimento è ancora com’era anche 10 anni fa, quando si promisero società miste con vari enti e con il comune e che se non ci fosse il ragioniere Paolo Genovese a far fronte alle varie esigenze dello stesso in questi anni, a quest’ora saremmo anche a piangere la sua esistenza. Quali società, quale rilancio, qui tutto è destinato a scomparire!

 

Non è possibile che la Pro Loco, che in tanti paesi rappresenta il volano del proprio rilancio turistico, sia stata lasciata al proprio impavido, destino. Nessuna iniziativa per il suo rilancio, né  per altre iniziative in tale direzione. La Pro Loco potrebbe essere di forte supporto all’amministrazione, ma forse questo non serve.

 

 A questo punto mi chiedo: è possibile che la gente di tutto questo non sappia niente?

No, la gente lo sa, sa e conosce i problemi, ce li segnala giornalmente, giornalmente si lamenta, ma poi, quando li chiami ad intervenire, ti trovi da solo contro tutti. Allora dico basta a tutto questo. Basta. La gente deve iniziare a capire che non deve sottostare a nessuno e deve reclamare i propri diritti. La gente deve capire che un proprio diritto rimane tale sempre, e che non può essere scambiato come un favore. La gente deve capire che così andando le cose ci andrà di mezzo il futuro del paese e quindi dei loro figli e nipoti. Terme Vigliatore una volta era quella della Ciappazzi e del suo villaggio turistico con le sue duemila presenze turistiche nei soli mesi estivi, quello dello stabilimento termale e del suo Grand Hotel dove venivano i più grandi artisti musicali; era un paese ricco e che divideva la propria ricchezza a tutti i suoi cittadini. Adesso siamo ridotti che: non abbiamo una caserma dei carabinieri, non abbiamo una chiesa degna di tale nome per 3000 persone, non abbiamo più strade idonee per il collegamento con Barcellona via mare con il rischio di un isolamento; non abbiamo più una spiaggia fruibile per l’alto inquinamento; non abbiamo più imprese che assumano ed anzi licenziano; un paese come dicevo nel titolo a perdere che però non può essere tale. Dobbiamo reagire al più presto. Credetemi, non ce l’ho con nessuno di coloro che governano il paese, loro sono stati legittimati dal voto dei cittadini e quindi non hanno alcuna responsabilità; ognuno dà quel può! La colpa è nostra, solo nostra perchè non collaboriamo a far migliorare le cose. Adesso però è giunto il momento di reagire. Reagire non vuol dire colpo di stato, reagire vuol dire attivarsi fattivamente e prendere coscienza dei problemi e cercare anche le soluzioni da proporre a chi governa visto che da soli non ci sono riusciti a farlo. L’amministrazione ed il paese hanno bisogno anche di questo.

 

Pasqualino Materia

January/Gennaio 2004

 

 

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 Last updated August 15, 2005